Eccellenza, Pernice: "Avrei voluto dire la mia sul mercato"

Eccellenza, Pernice: “Avrei voluto dire la mia sul mercato”

L’ex allenatore dell’Insieme Formia: “Noi nella zona arancione del Girone B di Eccellenza non ci siamo mai stati. È stata un’esperienza molto bella”

Eccellenza, Pernice: "Avrei voluto dire la mia sul mercato"
Gennaro Pernice, ex tecnico dell’insieme Formia ©Insieme Formia

Venti punti conquistati in diciassette giornate dodicesimo posto nel Girone B di Eccellenza al pari dell’Itri 13°. Il cammino fino ad ora dell’Insieme Formia è stato al di sotto delle aspettative della dirigenza, che ha deciso di esonerare Gennaro Pernice al giro di boa. al suo posto è arrivato Roberto Gioia. L’ormai ex tecnico ci ha confessato i suoi pensieri sull’esperienza appena conclusa:

Come hai preso la separazione dal Formia?
“Ci vorrebbe una giornata per raccontare tutta l’avventura. Quando ho preso l’impegno, l’ho ponderato e accettato con piacere. L’esonero non l’ho preso bene. Mi aspettavo potesse arrivare prima o addirittura dopo la partita col Pro Calcio Tor Sapienza. L’ho accettato però perché comunque noi allenatori siamo giudicati in base alla classifica”.

Qual era l’obiettivo della squadra a inizio campionato?
“La squadra veniva da una retrocessione e il progetto societario è stato cambiare tutta la rosa. Solo un giocatore era rimasto, ma poi ha fatto un altro tipo di scelta. Questo ti da già la risposta. Per fare una squadra competitiva devono passare almeno due stagioni. Il Sora ce lo insegna, ma anche altre società. A meno che non ci siano dei giocatori che già si conoscono. Quella dell’Insieme Formia era nuova in tutto e per tutto. Sono stato bravo solo nei primi 15 giorni ad imparare nomi e cognomi dei giocatori. Poi c’è stato l’assemblaggio vero e proprio del progetto tecnico e tattico. A me la squadra è piaciuta subito”.

Parlando di calciomercato, i movimenti ti avevano soddisfatto?
“Nel momento in cui accetti di gestire una certa situazione, con un direttore sportivo che ha fatto la squadra per un altro allenatore, non ti devi lamentare. Ci sono state delle problematiche con alcuni giocatori che hanno fatto delle scelte avendo proposte altrove. Avrei preferito che la società mi avesse coinvolto. Non è successo e siamo andati avanti in questa maniera. Dirlo dopo l’esonero, però, potrebbe sembrare una giustificazione. Quindi questo è un aspetto”.

Sulle difficoltà della squadra
“Nell’ultimo periodo abbiamo avuto difficoltà di formazioni. Abbiamo giocato alcune partite senza il centrocampo o l’attacco anche a causa del mercato. Poi ovvio che non mi sono mai lamentato e ho sempre ringraziato quelli che si sono messi a disposizione. Non abbiamo avuto la fortuna di vincere alcune partite. Cinque o sei punti in più non guastavano. Il campionato di Eccellenza è strano perché con due vittorie puoi stare in alto come in basso”.

Sulla partita col Sora
“Domenica dopo la partita con loro ho avuto la possibilità di parlare con l’allenatore, che ha fatto un’analisi corretta della gara. Per un’ora abbiamo fatto la partita sullo stesso livello, ma la differenza tra noi e il Sora sono gli under. Hanno giocatori che sono veramente bravi, come Evangelisti e altri che sono nelle Rappresentative”.

Se dovessi individuare cosa non ha funzionato?
“Istintivamente ti direi l’allenatore, perché è talmente facile dire che non ha funzionato questo o quello. Con tutta onestà se dovessi riprendere in mano questa situazione, la squadra preferirei farla insieme al direttore sportivo. Poi ripeto che è stata una mia scelta accettare questo progetto e ringrazio chi mi ha dato la possibilità. Ci ho provato, qualche risultato non ci è venuto a favore. Ogni volta c’è un problema, con i giocatori che lamentano qualcosa. Fino a domenica ero anche riuscito a trovare una sinergia interna con i ragazzi che stavano dalla mia. Poi ad alcuni puoi anche non stare simpatico, ma da parte mia c’è sempre stata grande trasparenza e onestà”.

Coppa Italia Eccellenza, Insieme Formia-Nettuno 1-0: gli highlights della partita

Riguardando questo campionato, hai qualche rammarico?
“Sì. Lo rimarco, il campionato laziale di Eccellenza è di un altro livello. Ci sono squadre che vengono da una Promozione di livello o scendono dalla Serie A. Ad esempio, pensi che con il Vicovaro ultimo in classifica sia facile e invece non è così. Questo è responsabilità dell’allenatore, portare una forza mentale nello spogliatoio. Qualche partita come quella l’abbiamo presa sotto gamba. Poi le partite vanno affrontate anche guardando il calendario. Ogni partita ha la sua storia. Se dobbiamo recriminare qualcosa dico i punti col Vicovaro. E non sto giudicando gli errori arbitrali. Abbiamo perso anche col Colleferro, la squadra più forte del Girone B che arriverà seconda. Ci sono stati degli errori che non ci sono piaciuti. Col Vicovaro ci hanno annullato 4 gol. Io per quanto mi riguarda ho sempre detto che l’obiettivo fosse la salvezza”.

In questa squadra c’era spazio per le tue filosofie di gioco?
“Penso che nel calcio moderno tutti vogliano fare le stesse cose ad esempio giocare dal basso, lì è chiaro che ci deve essere un lavoro a livello tattico, ma anche avere le qualità in campo per poterle fare. Tipo il play che deve venire a prendere palla sotto porta girato, gli esterni che devono salire o i centrocampisti organizzati. Non è solo il pensiero dell’allenatore che vuole fare delle cose, devi avere degli interpreti. In alcune situazioni di gioco di campo, con un 4-3-3 avevamo qualche doppione, ma non del ruolo. Per fare il 4-3-3 devi avere degli esterni puri che sanno crossare e fare 50 o 60 metri di campo. A volte avevamo giocatori monofase e un calciatore poi si deve anche sacrificare. La nostra filosofia era quella di pressare alti gli avversari e recuperare palla”.

Su quanto fatto in Eccellenza.
Li ho lasciati in semifinale di Coppa Italia, con la clamorosa partita vinta due volte col Sora: una in campo e ai calci di rigore. non è stato semplice, tutti ci davano per morti. Quella è stata un’immissione di fiducia molto forte anche per la tifoseria che abbiamo riportato al campo. La piazza è importante e cerca allenatori blasonati. Io l’ho sofferta un pochino sul discorso sulle chiacchierate di fine partita. Gestirle in un gruppo nuovo non è semplice perché i giocatori si chiedono chi tu sia per dire certe cose. Se poi dai fiducia a un allenatore questo non doveva essere il momento per fare questa cosa”

Cosa farai adesso? Cosa ti cosa il futuro?
“La prima cosa che ho fatto è stato il versamento all’Aia ieri mattina. È mia intenzione andare dove c’è possibilità di divertirmi. Al di là della categoria, negli ultimi due anni ho notato che da parte delle dirigenze c’è richiesta di professionalità, puntualità, positività e quant’altro. L’allenatore lo fa, anche se le società non si circondano di persone altrettanto qualificate. Non è una nota polemica verso l’Insieme Formia, ma in generale. Gli allenatori si trovano a parlare lingue diverse. Per me questa è stata una forte esperienza per formarmi ancora di più e ringrazio il presidente per avermi dato questa opportunità”.

Start a Conversation

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *